mercoledì 31 gennaio 2018

Accordo Masera - nuovo municipio.


Accordo Masera - nuovo municipio: il Comune deve far sì che l'abbattimento della Masera porti il massimo profitto alla Provincia.
Ma che vuol dire?

Nell'ultimo Consiglio Comunale si è parlato anche del più consistente intervento immobiliare previsto per Levico:
la ristrutturazione (a spese della Provincia) dell'ex Cinema da adibire a nuovo Municipio; come compensazione il Comune cede alla Provincia il complesso immobiliare ex Scuole.
La Provincia si impegna ad abbattere la Masera, peraltro già di proprietà provinciale.
Questo è quello che si è capito.

Siamo andati ad esaminare la delibera della Giunta Provinciale n. 278 del 23 febbraio 2017, avente per oggetto il programma di attività 2017-2019 di Patrimonio del Trentino spa, scoprendo una cosa interessante.

Si dice che il Comune "dovrà trovare la più idonea destinazione d'uso dell'area ex Masera in modo da garantire il più alto margine per coprire i costi del nuovo Municipio".

La frase sopra riportata non è per niente chiara.
Ci sembra che i costi per la ristrutturazione saranno coperti dalla cessione delle ex scuole.
Non si capisce cosa si intende con la frase "creare il più alto margine per coprire i costi del Municipio" e perché alla Provincia non basti la cessione delle ex scuole.

Sarebbe auspicabile che la nuova destinazione d'uso della ex Masera fosse studiata per migliorare i servizi ai cittadini e non per massimizzare un margine economico a favore della Provincia.
E difficilmente un cambio di destinazione d'uso che massimizza il profitto, garantisce un miglioramento della qualità di vita per chi abita nella zona interessata.

Se applichiamo il principio dell'accordo, la Provincia, secondo voi, tra fare un parcheggio a pagamento o realizzare un parco pubblico, quale opzione sceglierebbe?

Sentiamo cosa propone Beniamino per massimizzare da un punto di vista economico l'operazione.

Beniamino: "La soluzione è semplice, abbatti la Masera e ci fai un Briko Center. Mi pare che manchi solo quello a Levico..."

E fare un bel parco?

Beniamino: "Prendi la macchina e vai a Vetriolo e trovi tutti i parchi che vuoi! Invece che trasferire i metri cubi edificabili da Vetriolo a Levico, trasferisci i levicensi da Levico alla montagna..."

domenica 28 gennaio 2018

Partito Democratico a Levico: inconsapevolmente in crisi.


Partito Democratico a Levico inconsapevolmente in crisi?
Questione di feeling...

Il PD a livello nazionale non se la sta passando bene tra scissioni e calo di consensi, ma anche il PD levicense sembra accusare qualche incertezza.

L’abbandono della consigliera Rossella Piazza (giovane, laureata in legge, eletta nelle file del PD), recentemente entrata nel neocostituito gruppo misto, è un segnale incontrovertibile del poco appeal della linea politica sostenuta dal PD a Levico e condivisa con la coalizione di centro sinistra autonomista che sostiene l’attuale sindaco.

L’assessore e vicesindaca Laura Fraizingher è da tempo sotto attacco, da parte delle minoranze, per la gestione dell'urbanistica: varianti urbanistiche dall'iter tormentato e PGTIS non approvato. Certo la complessità delle norme provinciali non aiuta.

Si aggiunge l’ultimo episodio avvenuto nel consiglio comunale del 18 gennaio: sembra che la consigliera non fosse a conoscenza della sua carica di assessore alla sanità. Su questo punto sarà opportuno attendere la verifica con le registrazioni, per analizzare per bene quanto detto, che, se confermato, farebbe nascere delle domande su chi si è occupato realmente della sanità a Levico in questi ultimi 3 anni.

Dalle vicissitudini del partito era rimasto indenne il consigliere capogruppo Lancerin (terzo eletto nelle file del PD) .
Ha voluto dare il suo contributo, durante l’ultimo Consiglio Comunale, rispondendo alle minoranze che “prevedere l’asfaltatura delle strade nel DUP non è cosa da poco, considerando quanto succede in Italia”.

Noi diremmo che, perlomeno in Trentino, l’asfaltatura delle strade non rappresenta un vanto particolare per l’amministrazione comunale, quanto piuttosto un dovere; concordiamo che lo possa rappresentare in altre regioni d’Italia ed è per questo che invitiamo Lancerin, ironicamente si intende, a proporre a Renzi di inserire nel programma elettorale del PD il seguente slogan: “Meno buche per tutti, se mi voti ti asfalto!”.

P.S. Lo slogan è soggetto a copyright di Beniamino…

sabato 27 gennaio 2018

La predica di domenica 28 gennaio.

L'insegnamento degli scribi era un insegnamento ripetitivo, teso soprattutto ad inculcare sempre il senso di colpa, l’indegnità delle persone.
L’insegnamento di Gesù è l’eco della parola di Dio, una parola che, se accolta, trasforma la vita delle persone.

Nel seguito il Vangelo e la predica.

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1, 21-28)

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea

La predica.

Nel vangelo di Marco Gesù per tre volte entra in una sinagoga e ogni volta sarà occasione di conflitto. Il numero tre, secondo il linguaggio simbolico della Bibbia, significa quello che è completo. L’evangelista intende segnalare la completa opposizione tra Gesù, il figlio di Dio che è venuto a liberare il popolo, e un’istituzione che pretende di dominare Dio, ma che in realtà domina il popolo.
La prima volta, come vedremo nel brano che adesso esaminiamo, Gesù viene interrotto; la seconda volta i farisei con gli erodiani decidono di farlo morire, perché ha trasgredito pubblicamente al comandamento del sabato, e la terza volta addirittura nel suo paese, a Nazareth, lo prendono per uno stregone. E Gesù si meraviglia della loro incredulità.
Vediamo cosa ci scrive l’evangelista. “Giunsero a Cafarnao e subito, Gesù entrato di sabato nella sinagoga”, il sabato è il giorno del culto, “insegnava”. L’evangelista non segnala che Gesù partecipa al culto della sinagoga, ma entra nella sinagoga e immediatamente si mette a insegnare. “Ed erano stupiti del suo insegnamento”, l’insegnamento di Gesù stupisce.
“Egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi”. Gli scribi erano laici e, dopo tutta una vita dedicata allo studio, all’approfondimento della Sacra Scrittura, ricevevano, attraverso l’imposizione delle mani, la trasmissione dello Spirito di Mosè, dello Spirito dei profeti. Da quel momento diventavano i teologi ufficiali del sinedrio e la loro autorità era più grande di quella del sommo sacerdote e dello stesso re.
Dice il Talmud, il libro sacro degli ebrei, che le decisioni e le parole degli scribi sono superiori alla Torah. Erano pertanto il magistero infallibile dell’epoca. L’insegnamento degli scribi era la stessa parola di Dio, anzi era superiore perché in caso di controversia bisognava credere agli scribi. Ebbene, mentre Gesù arriva a Cafarnao e si mette a insegnare, la gente è stupita, sente un insegnamento diverso.
Il messaggio di Gesù è la risposta di Dio al desiderio di pienezza di vita che ogni uomo si porta dentro. Il messaggio degli scribi, che poi Gesù denuncerà, in realtà erano precetti d’uomini. Contrabbandavano come insegnamento divino quella che invece era la loro volontà, i loro precetti per dominare il popolo. Già Geremia riporta la denuncia del Signore che dice, rivolto a questi scribi: “Come potete dire ‘noi siamo saggi perché abbiamo la legge del Signore?’ A menzogna l’ha ridotta lo stilo menzognero degli scribi”.
Quindi gli scribi per il proprio potere, per il proprio dominio, per la propria convenienza, hanno deturpato la legge di Dio. E, come Gesù denuncerà, insegnano precetti di uomini annullando la parola di Dio. Ebbene, di fronte a questa novità dell’insegnamento di Gesù, che viene accolto con stupore e con meraviglia perché è qualcosa di nuovo, “Ecco”, letteralmente “subito, immediatamente”. E’ la stessa espressione che l’evangelista ha indicato nel momento in cui Gesù entra a Cafarnao e si mette ad insegnare.
Quindi appena Gesù si mette a insegnare, subito, “nella loro sinagoga”; l’evangelista prende le distanze. La sinagoga non appartiene più alla comunità cristiana. “Vi era un uomo”, quindi un singolo individuo, “posseduto da uno spirito impuro”. Cosa significa “spirito impuro”? Spirito significa forza, energia. Quando questa forza proviene da Dio si chiama “santo”, non soltanto per la qualità, ma per l’attività, di santificare, cioè separare l’uomo dalla sfera e attirarlo in quella del bene.
Dalla sfera delle tenebre a quella della luce. Quindi lo spirito, quando proviene da Dio, attrae l’uomo dentro la dimensione divina dell’amore. Quando questo spirito proviene da forze contrarie a Dio si chiama impuro perché mantiene l’uomo nella cappa delle tenebre e quindi della morte.
Quindi c’è un uomo che è posseduto da uno spirito impuro. Essere posseduti da uno spirito impuro significa aver dato adesione a una ideologia, a una dottrina che rende incompatibili con l’insegnamento di Gesù, come vedremo qui.
“Cominciò a gridare”, quindi appena Gesù inizia ad insegnare, subito c’è uno che incomincia a gridare. “Dicendo: «Che vuoi da noi?»” E’ strano, è una persona singola eppure parla al plurale. E lo chiama “Gesù Nazareno”, cioè ricorda la sua origine. Nazareth infatti era il covo dei bellicosi nazionalisti.
“«Sei venuto a rovinarci?»” Ma chi è che Gesù sta rovinando? Chi è che si sente minacciato dall’insegnamento di Gesù? Non certo i presenti che anzi sono stupiti favorevolmente da questo insegnamento, che sentono come la risposta di Dio al loro desiderio di pienezza di vita. Chi è che Gesù sta rovinando con il suo insegnamento? Sta rovinando l’autorità degli scribi, quelli che pretendevano di parlare in nome di Dio. E’ questa la classe che si sente minacciata. E dice: “«Io so chi tu sei: il santo di Dio!»”
Il “santo di Dio” è un’espressione che indica il messia che doveva osservare la legge e imporre l’osservanza di questa legge. Quindi richiama Gesù a quello che è il suo compito, alla tradizione, alla legge. Gesù non entra in dialogo, “gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!»” Nel conflitto tra lo spirito di Dio e lo spirito impuro è il primo ad avere la meglio. “E lo spirito impuro straziandolo…” Perché “straziandolo”?
Dover riconoscere a un certo punto della propria esistenza che l’insegnamento religioso al quale si è aderito non proveniva da Dio, ma addirittura allontanava da lui, ecco tutto questo causa una profonda lacerazione nell’individuo. Ci hanno insegnato da sempre che certe cose erano sacre e scoprire che, non solo non erano sacre, ma addirittura allontanavano da Dio, questo è lo strazio, la lacerazione profonda.
“E, gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi …”, qui la traduzione CEI traduce con “timore”, ma non è timore, è stupore, meraviglia. Non è paura, è una piacevole sorpresa; “tanto che si chiedevano a vicenda: «Chi è mai questo? Un insegnamento nuovo»”. Non è un nuovo insegnamento, che si va ad aggiungere a quello degli scribi, ma un insegnamento nuovo. Il termine adoperato dall’evangelista per “nuovo”, indica una qualità migliore superiore.
Quindi la gente sente nel messaggio di Gesù un’eco nuova, sente nel messaggio di Gesù la parola di Dio che arriva al cuore delle persone. L’insegnamento degli scribi era un insegnamento ripetitivo, teso soprattutto ad inculcare sempre il senso di colpa, l’indegnità delle persone. L’insegnamento di Gesù è l’eco della parola di Dio, una parola che, se accolta, trasforma la vita delle persone.
“«Un insegnamento nuovo dato con autorità»”. La gente riconosce che il mandato divino di annunciare la parola non è degli scribi, ma è di Gesù. Ecco perché l’uomo che aveva aderito alla dottrina degli scribi si sente minacciato e con lui sente minacciata tutta la categoria di questi teologi, e per questo ha detto “sei venuto a rovinarci”.
Ecco la rovina. La gente riconosce che nell’insegnamento di Gesù c’è l’autorità divina, c’è il mandato divino. La gente ha capito che Dio non si manifesta nella dottrina imposta dagli scribi, ma nell’attività liberatrice di Gesù. “«Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!»” L’evangelista indica che la liberazione dalla dottrina degli scribi è ormai iniziata e infatti “La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea”.
Quindi l’annunzio di Gesù ormai dilaga. Questa proposta di pienezza di vita viene fatta propria dalle persone che l’attendevano con ansia.

domenica 21 gennaio 2018

Levico: Consiglio Comunale del 18 gennaio 2018

Consiglio Comunale del 18 gennaio 2018. 
Il sindaco ha fornito i numeri: quelli che riguardano gli investimenti realizzati e da realizzare...

Vediamo cosa ha detto.
Attraverso diverse slide ha illustrato gli investimenti attivati dall'attuale amministrazione.

Ecco la sintesi di quanto presentato.

10 cantieri conclusi nel 2015 per euro 1.600.000. 
14 cantieri conclusi nel 2016 per euro 1.264.000. 
26 cantieri in parte in corso, in parte conclusi nel 2017 per euro 2.600.000.
8 opere in partenza per euro 1.935.000. 
4 cantieri poliennali in corso per euro 6.280.000.

Un totale di 62 cantieri per un importo di 13.679.000.

Da notare che poco meno dalla metà del totale investimenti è rappresentato dal nuovo asilo “Villa Immacolata" che incide per 5.635.000 euro; per dare a Cesare quello che è di Cesare ricordiamo che il progetto è stato inserito definitivamente a bilancio dalla precedente giunta Passamani. 

Vediamo ora i nuovi investimenti:

sono previsti nel triennio 2018 - 2020 
11.500.000 di euro.

Ma dall'analisi del bilancio di previsione triennale risultano nuovi investimenti per poco più di 3 milioni di euro...

Tutti a bocca aperta, incantati dalla indubbia capacità oratoria del sindaco: abbiamo assistito alla moltiplicazione dei cantieri e degli investimenti... Ma non è stato un miracolo.
Semplicemente sono stati aggiunti agli investimenti a carico del Comune (poco più di 3 milioni di euro) quelli che sosterrà direttamente la PAT che dalle slide presentate ammonteranno ad euro 8.150.000 (nuovo municipio ed altri interventi minori). 

Solo il gruppo Impegno per Levico ha sottolineato tale particolarità chiedendo tra le altre cose se la PAT avesse a sua volta messo a bilancio questi ulteriori 8 milioni di euro... 

Secondo noi bisogna tenere separati almeno gli importi per il nuovo municipio in quanto quei 7 milioni di euro non sono coperti da finanziamenti a fondo perduto della PAT ma sono finanziati dallo stesso Comune di Levico che cederà alla PAT il compendio immobiliare ex scuole... 
E non abbiamo ancora capito, perizie estimative e computi metrici alla mano, se dalla permuta il Comune ci abbia perso o guadagnato.
È come se diceste di essere più ricchi perché avete comprato una nuova casa senza ricordare che per comprare la nuova casa vi siete venduti la vecchia... Non avete raddoppiato le proprietà immobiliari...!!!

Veniamo dunque al nostro giudizio politico.

Dai dati presentati si deduce che l'attuale amministrazione ha realizzato / realizzerà investimenti per un importo considerevole; più della metà però sono investimenti previsti da amministrazioni precedenti o finanziati con la cessione di immobili di proprietà (ex scuole); inoltre nel caso del nuovo Municipio l'accordo con la Provincia ha comportato un cambio in corsa del programma elettorale che prevedeva di trasformare l'ex cinema in polo della cultura e del turismo. E la scelta dello scambio non ha proprio convinto tutti i levicensi.

Millegrobbe con la fat bike.


I percorsi per le ciaspole sono agibili anche con la fat bike.


sabato 20 gennaio 2018

La predica di domenica 21 gennaio.

La conversione alla quale Gesù richiama e invita è: mentre fino ad ora hai vissuto per il tuo interesse, adesso vivi per l’interesse degli altri; mentre fino ad ora hai pescato per te, adesso pesca per gli altri, per comunicare vita agli altri.

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1, 14-20)

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

La predica.

L’evangelista Marco denuncia la stupidità del potere. Ogniqualvolta il potente crede di soffocare una voce di denuncia il Signore ne suscita una ancora più forte. E’ quello che ci scrive Marco nel suo vangelo, al capitolo 1, dal versetto 14.
“Dopo che Giovanni fu arrestato”, è il primo conflitto tra il potere e un inviato di Dio. Ma ogni volta Dio suscita sempre una voce ancora più forte. “Dopo che Giovanni fu arrestato”, letteralmente ‘consegnato’, “Gesù andò nella Galilea”. Gesù incomincia nella regione lontana dall’istituzione religiosa giudaica, una regione a contatto con i pagani dove la mentalità poteva essere un poco più aperta.
“Proclamando il vangelo di Dio”, cioè la buona notizia di Dio. E qual è la buona notizia di Dio? Che Dio è diverso da come i sacerdoti l’avevano presentato. E’ un Dio completamente diverso. Non è un Dio che chiede, ma un Dio che dà. Non è un Dio che castiga, ma un Dio che perdona, non un Dio buono, ma esclusivamente buono.
Questo è il contenuto della buona notizia del vangelo di Dio che Gesù proclamerà. Dio è amore e il suo amore viene offerto in maniera incondizionata ad ogni persona. Questa è la buona notizia che Gesù proclama. “E diceva: «Il tempo è compiuto»”. Per esprimere il tempo l’evangelista adopera un termine che significa l’occasione perduta, l’occasione propizia, da prendere al volo perché poi rischia di non ripresentarsi. “«E il regno di Dio è vicino»”.
Per Regno di Dio si intende la signoria di Dio. Nella nuova relazione con Dio che Gesù propone, quella con il Padre, non c’è più una legge, un codice esterno all’uomo che l’individuo deve osservare, ma c’è l’accoglienza e la pratica di un amore simile al suo. Il Dio di Gesù non governa gli uomini emanando leggi che questi devono osservare, ma comunicando loro interiormente la sua stessa forza, il suo stesso Spirito che li rende capaci di amare generosamente come da lui si sentono amati.
Il regno di Dio è vicino, ma per far sì che questo diventi realtà, c’è bisogno di una decisione da parte dell’uomo, la conversione. L’evangelista non adopera il verbo convertire che indica un ritorno alla religione, a Dio, ma indica un cambio di mentalità che incide profondamente nel comportamento, una rinuncia all’ingiustizia e l’orientamento della propria esistenza al bene degli altri.
Questa è la conversione alla quale Gesù chiama, alla quale Gesù invita, perché il regno di Dio diventi realtà. Per regno di Dio in questo vangelo si intende una società alternativa, una società dove anziché il salire ci sia lo scendere, dove anziché comandare ci sia il servire e soprattutto dove anziché l’accumulo dei beni ci sia la condivisione. Allora per far questo ci vuole una conversione, un cambiamento di rotta.
E Gesù invita a credere in questa buona notizia. E qual è la buona notizia? Che Dio governa gli uomini e che è possibile una società alternativa. Ma Gesù per fare questo ha bisogno della collaborazione degli uomini. Ecco perché “passando lungo il mare di Galilea …”. Qui l’evangelista parla di mare di Galilea, in realtà è un lago. Perché l’evangelista adopera il termine “mare”? Perché il mare era il confine con la terra pagana e soprattutto il mare è quello che gli ebrei hanno dovuto varcare per entrare nella terra promessa.
Quindi l’evangelista amplia l’orizzonte del messaggio di Gesù, che non è rivolto soltanto alla Galilea, ma è rivolto a tutto il mondo pagano. “… Vide Simone e Andrea”; sono due nomi di origine greca, quindi una comunità mentalmente più aperta. “Mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro di me»”, questo sarà l’invito che Gesù continuamente farà risuonare nel vangelo ieri e ancora oggi: andare dietro di lui, perché lui sa come realizzare questa società alternativa, il regno di Dio.
“«Vi farò diventare pescatori di uomini»”. Il riferimento dell’evangelista è al capitolo 47 di Ezechiele dove vengono presentate coppie di fratelli che ricevono la terra promessa. Quindi il regno di Dio è una realtà che adesso già sta emergendo attraverso la chiamata dei fratelli. Ma perché Gesù li chiama a diventare pescatori di uomini? Gesù non li invita ad essere pastori, non li invita ad essere guide, non li invita ad essere maestri, ma pescatori.
Qual è il significato? Pescare un pesce significa tirar fuori un animale dal suo habitat naturale per dargli la morte. E si fa per il proprio interesse, si pesca per il proprio beneficio. Pescare gli uomini significa tirarli fuori dall’acqua, ciò che rischia di dar loro la morte; quindi è un ambiente ostile all’uomo, un ambiente nel quale l’uomo può perire, e non si fa per il proprio interesse, ma per l’interesse degli altri.
Questa è la conversione. La conversione alla quale Gesù richiama e invita è: mentre fino ad ora hai vissuto per il tuo interesse, adesso vivi per l’interesse degli altri; mentre fino ad ora hai pescato per te, adesso pesca per gli altri, per comunicare vita agli altri. Allora Gesù li invita a collaborare alla sua azione nel proporre e praticare concretamente uno stile diverso per rendere possibile una società alternativa, quella che viene chiamata regno di Dio, e la prima azione che si fa è quella di togliere gli uomini da ciò che può dar loro la morte. Se ciò che da la vita è la rinuncia al proprio interesse, quello che da la morte è vivere esclusivamente centrati sul proprio interesse, sulla convenienza.
E saranno proprio coloro che sono centrati sulla propria convenienza, sul loro interesse, gli acerrimi nemici di Gesù.
“Subito lasciarono le reti e lo seguirono”, quindi immediatamente questi personaggi, questi primi discepoli, accolgono l’invito di Gesù, ma Gesù continua. E questa volta lo rivolge a due fratelli che hanno nomi ebraici; sono Giacomo e Giovanni, quindi più attaccati alla tradizione e saranno quelli che nel vangelo poi mostreranno delle difficoltà nel seguire Gesù. Ma anche questi al momento lasciano il padre Zebedeo “sulla barca con i garzoni e andarono dietro di lui”.
Quindi l’intento di Gesù è quello di chiamare persone che con lui collaborino facendosi portatori di vita a quanti vivono in un habitat di morte.

giovedì 18 gennaio 2018

Sogno di mezzo inverno.

Non è il solito post politico...

Corre l'anno 1990, a Trento il sindaco è Lorenzo Dellai.
Il presidente della provincia è Mario Malossini.
Al festival di Sanremo dell'anno prima (1989) si è esibito come comico un certo Beppe Grillo.

A novembre esce il nuovo album di Claudio Baglioni: Oltre. 

In auto si viaggia con la Golf, soprattutto i trentini filo tedeschi, o con la Tipo il resto d'Italia.

I motociclisti usano la Vespa, i più avventurosi l'Africa Twin e i più danarosi la BMW GS. 

Ho 29 anni e sono stufo di questo periodo che mi sembra piatto e privo di novità coinvolgenti; approfitto dell'occasione di sperimentare un dispositivo inventato da un mio amico ingegnere: la macchina del tempo che dovrebbe permettere di viaggiare nel tempo futuro... 

Salto sulla macchina e posiziono l'indicatore sull'anno 2018: un anno che mi sembra abbastanza lontano dal mio. 

Uscito da quell'arnese  comincio a guardarmi intorno per capire cosa cambierà tra 30 anni. 
Prendo un giornale e comincio a leggere.

Il festival di Sanremo sarà condotto da Claudio Baglioni... 

C'è la pubblicità della Nuova Golf e pure della Tipo... 
Sulla strada vedo passare una Fiat, la nuova 500 e pure una Vespa ... 

Per le elezioni nazionali di quell'anno si vociferano come possibili candidati per il centro destra Mario Malossini (anche se sembra che non accetti di candidare) e per il centro sinistra Lorenzo Dellai.
È in lizza pure un nuovo movimento politico con a capo Beppe Grillo.

Ho un momento di smarrimento e comincio a correre lungo via Brennero, quando nella vetrina della concessionaria BMW vedo esposta la nuova GS; vendono pure la nuova Mini. 
Più avanti vedo esposta nel concessionario Honda (sì sempre lo stesso) la nuova Africa Twin. 

A questo punto, decisamente smarrito, ritorno nella macchina del tempo e rimetto l'indicatore  indietro sull'anno 1990.

Scendo dalla macchina e il mio amico ingegnere mi chiede: funziona?

Io gli rispondo: mi pare proprio che non funzioni!
Ho provato ad andare nell'anno 2018 ma non è cambiato praticamente niente: stessi cantanti, stesse moto e stesse macchine... E stessi politici!!!

martedì 16 gennaio 2018

Bilancio di previsione 2018 - 2020 del comune di Levico.

Bilancio di previsione 2018-2020 di Levico: investimenti ridotti.
Mancano i soldi o le idee?

La Provincia a novembre 2017 ha siglato un protocollo d'intesa con il Consiglio delle Autonomie: gli enti locali avranno a disposizione 50 milioni di euro per nuovi investimenti e 40 milioni per manutenzione del patrimonio.

Nel bilancio di previsione 2018-2020 il Comune di Levico prevede spese per investimenti (voce T2 conto capitale) per poco più di 3 milioni di euro nel triennio.
In particolare nel 2020 sono stati previsti solo 700 mila euro.

Ci sembrano pochini: per il triennio 2017-2019 erano stati previsti 7 milioni di euro.

Oltre agli importi sopra citati bisogna ricordare il progetto ex cinema - nuovo municipio che prevede un investimento di poco meno di 7 milioni di euro finanziato tramite cessione alla Provincia delle ex scuole.

Tale progetto era però presente anche quando è stato approvato il precedente piano triennale che prevedeva, come abbiamo visto, il doppio di investimenti.

La domanda che ci poniamo è la seguente: mancano i trasferimenti dalla Provincia (anche se dal protocollo firmato non sembrerebbe) oppure l'amministrazione ha deciso di ridurre gli investimenti sul territorio?

In allegato la tabella riepilogativa degli investimenti.

sabato 13 gennaio 2018

La predica di domenica 14 gennaio 2018.

Non sono i peccati degli uomini che l’agnello espia, ma l’agnello di Dio toglie il peccato del mondo, cioè estirpa quella cappa di tenebre che impedisce nella comunità la comunicazione tra Dio e gli uomini.

Nel seguito il Vangelo e poi la predica.

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,35-42)

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

La predica. 

Dopo aver definito Gesù “l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”, non che toglie i peccati, come la trasposizione liturgica di questa frase ha poi fatto significare. Non sono i peccati degli uomini che l’agnello espia, ma l’agnello di Dio toglie il peccato del mondo, cioè estirpa quella cappa di tenebre che impedisce nella comunità la comunicazione tra Dio e gli uomini.
E come la estirpa? Battezzando in Spirito Santo. Bene, dopo questo Giovanni Battista è ancora lì con i suoi discepoli e “fissando lo sguardo su Gesù che passava”, fissare lo sguardo significa penetrare intimamente, svelare la realtà della persona, “disse: «Ecco l’agnello di Dio!»” riassumendo la formula precedente.
L’agnello di Dio è l’agnello che gli ebrei dovevano mangiare la notte della Pasqua quando cominciava la liberazione dalla schiavitù egiziana. La carne dell’agnello avrebbe dato la forza per iniziare questo cammino verso la libertà, il sangue li avrebbe salvati dalla morte.
Ebbene, annunziando Gesù come l’agnello di Dio, Giovanni Battista annunzia la nuova Pasqua di liberazione di Dio dalla schiavitù e dalle tenebre.
“I suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù”, lo seguono subito, lasciano colui che annunzia per colui che viene annunziato. Gesù va sempre incontro al desiderio degli uomini, infatti “Gesù si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?»” Non chiede “chi cercate”, ma “che cosa cercate”?
Che cosa cercano? Titoli, successo, potere o cercano pienezza di vita che si realizza mediante l’orientamento della propria vita per il bene e il servizio degli altri, come farà Gesù? Ebbene, i discepoli si dichiarano disposti a vivere con lui, ecco perché gli chiedono “«Dove dimori?»”
A quell’epoca i discepoli vivano sempre, giorno e notte, con il proprio maestro. Gesù, quando i discepoli gli domandano dove dimora, non risponde indicando un luogo, ma invitandoli a fare un’esperienza. Infatti dice: “«Venite e vedrete»”. Non è uno spazio, ma una dimensione, non dà un’informazione, ma li invita a fare un’esperienza, perché – ed è caratteristico del vangelo di Giovanni, Gesù dimora nella dimensione fedele di Dio.
E’ lì che lui vuole attrarre gli uomini per poi farli diventare essi stessi espressione di questa fedeltà dell’amore di Dio. Infatti al capitolo 14, versetto 23, Gesù dirà: “A chi mi ama il Padre mio e io verremo in lui e prenderemo dimora in lui”. Per adesso Gesù attrae le persone nella sua dimora, l’ambiente, l’ambito dell’amore fedele di Dio, poi renderà ogni persona santuario visibile dell’amore di Dio.
L’evangelista sottolinea che sono le quattro del pomeriggio, letteralmente l’ora decima. Il giorno aveva dodici ore, quindi è la fine del giorno. Sta per finire il giorno e sta iniziando quello nuovo, quello della nuova realizzazione del progetto di Dio sull’umanità.
L’evangelista sottolinea che “Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea”. L’altro? L’altro è anonimo in tutto il vangelo, non viene mai identificato. E’ il modello di discepolo, è quello che segue sempre Gesù, gli è intimo nella cena, disposto come lui a mettersi a servizio degli altri, e per questo è presente presso la croce di Gesù non per consolare il suo maestro, ma dichiarandosi disposto a finire in croce anche lui e sarà il primo che lo sperimenterà risuscitato.
L’altro era “Andrea, fratello di Simon Pietro”. Ed entra in scena questo personaggio controverso, del quale vedremo l’evoluzione soltanto alla fine del vangelo di Giovanni. Infatti il brano che segue è in stretta relazione con il capitolo di Giovanni. Ebbene Andrea cerca suo fratello Simone e “gli disse: «Abbiamo trovato il messia»”.
Stranamente non c’è nessuna reazione da parte di Simone. Né una sorpresa, né la meraviglia, nulla, il silenzio totale. E addirittura, scrive l’evangelista che Andrea lo deve condurre da Gesù, come se fosse un pacco. Non c’è nessuna iniziativa da parte di Simone, è completamente passivo.
Ebbene, così come Giovanni Battista aveva fissato lo sguardo su Gesù, e abbiamo detto che fissare significa penetrale e svelare la realtà profonda dell’individuo, ugualmente Gesù fissa lo sguardo su Simone e gli dice: “«Tu sei Simone il figlio di Giovanni»”. L’articolo determinativo significa “il figlio unico”. Quindi Giovanni non può essere il nome del padre di Simone, in quanto vediamo che Simone ha un fratello di nome Andrea. Allora qual è il significato di questo “il figlio di Giovanni”? Chi è questo Giovanni? Si tratta di Giovanni il Battista.
I discepoli venivano anche definiti “i figli” del loro maestro. Allora dichiarandosi come “il discepolo di Giovanni”, lo indica come il discepolo per eccellenza, ma non era presente quanto Giovanni Battista ha indicato Gesù come l’agnello da seguire.
“«Sarai chiamato Cefa – che significa Pietro»”. Gesù non cambia il nome a Simone, ma dice che sarà chiamato Pietro e questo nome verrà acquistando significato lungo tutto il vangelo. Per adesso sappiamo soltanto che Gesù identifica la profonda realtà di Simone chiamandolo Pietro. E questo è un espediente letterario dell’evangelista che tutte quelle volte che questo discepolo è in sintonia con Gesù – praticamente quasi mai – lo presenta col suo nome Simone; quando tentenna tra fedeltà e opposizione, Simone e il soprannome Pietro; quando è in contrasto, in opposizione o in contraddizione rispetto a Gesù, soltanto con il soprannome negativo Pietro, che vedrà la sua soluzione verso la fine del vangelo quando Gesù per tre volte si rivolgerà a Simone chiamandolo “Simone di Giovanni”.
E’ rimasto ancora il discepolo di Giovanni. E stranamente, in questo vangelo, Gesù non invita Simone a seguirlo. L’evangelista scrive che Gesù sa quello che c’è nel cuore degli uomini e non invita Simone a seguirlo. Sarà soltanto alla fine del vangelo quando Gesù finalmente dirà a Simone: “Tu segui me”.

venerdì 12 gennaio 2018

Levico green town o grey town?



Beniamino dice la sua sull'argomento...

Uno degli slogan dell'attuale amministrazione di Levico è quello della "città verde" ossia una città attenta e rispettosa verso l'ambiente, "green town" appunto.

È stato, ad esempio, installato un impianto fotovoltaico sulle nuove scuole per una potenza di 60 kW.
Un bel contributo alla riduzione della CO2!
Tu Beniamino cosa ne pensi?

Beniamino: "Con un impianto del genere produci elettricità pari al fabbisogno di circa 100 persone... Ma Levico siamo in 8.000... ".

È stato anche completato il collegamento ciclabile tra i giardini Salus e il lago.

Beniamino: "Non è colpa dell'amministrazione, ma il dislivello del percorso non è proprio adatto per tutti i ciclisti; per l'inaugurazione della prossima ciclabile propongo che venga fatto il giro di prova dalle autorità in sella ad una bici tipo Graziella".

È stata completata la bretella ciclopedonale tra il nuovo parcheggio in via Cesare Battisti e via C. Augusta.

Beniamino: "La mini bretella è bella ma sbuca sul marciapiede della trafficata via C. Augusta e, almeno per ora, finisce lì...
Hai due opzioni se sei in bici: o scendi verso il lago rimanendo sul marciapiede e rischi di prendere la multa, oppure ti butti in discesa sulla strada sfidando il traffico (un amico ciclista mi ha detto che se ti abbassi sul manubrio puoi toccare anche i 40 km orari).

E sempre a proposito di green, vogliamo parlare delle nuove costruzioni previste a Levico?
Sembra che verranno spostate delle cubature edificabili da Vetriolo a Levico...
Il nuovo Big Fish sembra proprio big...
Nei terreni prospicienti via C. Augusta nascono nuovi cantieri...
Costruiranno persino su un colle ... Chissà se la nebbia vorrà poi ancora salire all'irto San Biagio.

Per fortuna però per riequilibrare i volumi edificati verrà rasa al suolo la Masera dove forse verrà fatto un bel parcheggio.
E la Masera con la sua storia? Verrà fatto un bel libro.
Più che green town mi pare grey cement town!!!"

Sei il solito populista disfattista, guarda che  nel bilancio di previsione è previsto anche lo studio di fattibilità per un impianto a biogas alimentato da deiezioni animali.

Beniamino: "In questo caso cambia il colore da green town a brown (marrone) town (e non ti spiego il perché)".

Che dire? Beniamino è sempre un po' esagerato nelle sue satiriche affermazioni però ci dà degli spunti su cui riflettere...

domenica 7 gennaio 2018

Battesimo del Signore 7 gennaio 2018.


Perché Gesù è andato a farsi battezzare? Se il battesimo, come Giovanni Battista ha annunziato, è un segno di conversione per il perdono dei peccati , anche Gesù ha dei peccati da farsi perdonare? E perché se non ce l’ha è andato a farsi battezzare?

Nel seguito il Vangelo e poi la predica.

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1, 7-11)

In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

La predica.
Il battesimo di Gesù ricevuto da Giovanni Battista ha creato sempre dei problemi nella chiesa primitiva. Perché Gesù è andato a farsi battezzare? Se il battesimo, come Giovanni Battista ha annunziato, è un segno di conversione per il perdono dei peccati , anche Gesù ha dei peccati da farsi perdonare? E perché se non ce l’ha è andato a farsi battezzare?
La risposta ce la da l’evangelista Marco che, secondo una tecnica letteraria in uso nella sua cultura, adopera gli stessi termini del battesimo per rappresentare la morte. Ma vediamo. L’evangelista ci presenta Giovanni Battista che dipinge Gesù più grande sia per la qualità, “«E’ più forte di me»”, sia per la dignità, “«Non sono degno»”, ma soprattutto per l’attività, “«Battezzare in Spirito Santo»”.
Lui ha battezzato con acqua, che significa seppellire il proprio passato, morire al passato ingiusto, ma “Egli vi battezzerà in Spirito Santo”. Non potranno ricevere lo Spirito coloro che non hanno rotto con il passato ingiusto.
Quindi sono due azioni diverse. Giovanni Battista aiuta a far morire al proprio passato, il battesimo è un segno di morte, Gesù battezzerà con lo Spirito Santo, cioè la potenza dell’amore di Dio, la forza di Dio, che introduce l’uomo nella sfera divina e lo rende fedele a Dio.
La fedeltà a Dio non sarà più dovuta all’osservanza della legge, ma all’accoglienza del suo stesso dinamismo d’amore. Dio non governa gli uomini emanando leggi che questi devono osservare, ma comunicando loro il suo stesso spirito, la sua stessa capacità d’amore.
Il battesimo è un segno di morte. Gesù stesso in questo vangelo dirà ai discepoli che gli chiedono di avere i posti accanto a lui, “«Potete bere il calice che io bevo e ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?»” Quindi il battesimo è un segno di morte. Per la gente che accorre al battesimo di Giovanni, significa morte al passato. Per Gesù il battesimo è l’accettazione della morte nel futuro.
Per la fedeltà al piano di Dio, per essere fedele all’amore di Dio, Gesù sa già che dovrà affrontare la morte. “Ed ecco in quei giorni”, termine con il quale l’evangelista indica il compimento delle promesse, “Gesù venne da Nazareth di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni”. Giovanni da questo momento scompare di scena.
“E subito..”, non “uscendo”, come qui è tradotto, ma “salendo dall’acqua”. E’ importante. Se essere battezzati significava discendere nella morte, Gesù immediatamente ne sale. L’evangelista indica la risurrezione di Gesù. Gesù non sarà preso dalla morte. Quindi, nel momento stesso in cui si immerge nell’acqua, scende nella morte, immediatamente ne sale fuori. La vita di Gesù sarà più forte della morte.
Quindi, “subito, salendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli”. I cieli erano considerati la dimora di Dio e si credeva a quel tempo che Dio fosse talmente offeso per le malefatte e per l’infedeltà del popolo, che aveva sigillato i cieli. Non c’era più comunicazione tra Dio e gli uomini. La risposta di Dio all’impegno di Gesù è che i cieli di squarciano. Non vuol dire che si aprono, perché quello che si apre si può richiudere, ma si squarciano, si lacerano, non è più possibile ricomporli.
Attraverso Gesù la comunicazione tra Dio e gli uomini sarà continua, costante e crescente. Quindi questa è la risposta di Dio all’impegno di Gesù. Ebbene il verbo “squarciare” lo ritroviamo nel capitolo 15 al momento della morte di Gesù, quando si legge “il velo del tempio di squarciò in due”. Qual è il significato di questo velo che copriva la stanza dove si pensava fosse la presenza di Dio?
Il Dio nascosto nel tempio si è manifestato definitivamente nella croce di Gesù. Non conosciamo altro Dio che il Gesù che muore per amore. Questo è l’unico Dio. “E lo Spirito”, l’articolo determinativo indica la totalità, la potenza, la forza, la capacità d’amore di Dio, “discendere verso di lui come una colomba”. Perché come una colomba? Era conosciuto, era proverbiale l’attaccamento della colomba al proprio nido. Gesù è il nido dello Spirito, è lì dove lo Spirito, la potenza dell’amore di Dio scende.
Ma il richiamo è anche a un’interpretazione che i rabbini davano dello Spirito di Dio che nella creazione aleggiava sopra le acque e si diceva come una colomba. In Gesù si realizza la vera creazione dell’uomo, l’uomo che come Dio ha una vita di una qualità tale che è capace di superare la morte. Lo stesso termine “Spirito” lo ritroviamo poi nel momento della morte di Gesù quando si legge che “Gesù, dando un forte grido, spirò”.
Nessun evangelista scrive che Gesù morì, ma tutti usano, in varie forme, il verbo “spirare” che, prima dei vangeli, non indicava mai la morte di una persona. Spirare significa “comunicare lo Spirito”. Quindi quello Spirito, quella potenza d’amore che Gesù ha ricevuto al momento del battesimo, al momento della morte lo comunica a quanti lo accolgono come modello della propria vita.
“E venne una voce dal cielo”. Una voce dal cielo, quindi una comunicazione divina, “«Tu sei il Figlio mio»”. E’ la citazione del salmo 2, della consacrazione del messia, “«l’amato»”. L’amato è il figlio che eredita tutto. Quindi Dio testimonia che in Gesù c’è tutto di lui; non si può far distinzione tra Gesù e Dio, separarli. In Gesù c’è la pienezza della divinità.
Quindi “«Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio favore»”. E Dio consacra Gesù come il messia, come il liberatore atteso da Israele. Ebbene lo stesso termine “voce”, lo ritroviamo nel momento della morte di Gesù, quando, dando un forte grido, in greco voce si dice fonè, qui tradotto con voce, poi co grido. Come è possibile che un moribondo dia un forte grido?
L’evangelista ci annuncia la vittoria di Gesù. Lo Spirito di Gesù, la vita di Dio, sconfigge la morte. “Tu sei il figlio mio, l’amato”, questa espressione la ritroviamo simile nel momento della morte di Gesù quando l’unico a comprendere la realtà di Gesù non sarà il suo popolo, né i suoi discepoli, ma sarà un centurione, cioè un pagano, che vedendo il tipo di morte dirà “veramente quest’uomo era il figlio di Dio”.
Quindi l’evangelista nel momento del battesimo anticipa quello che è il momento della morte. Mentre per il popolo il battesimo era morire al passato, per Gesù il battesimo è l’accettazione di morte al futuro, ma la risposta di Dio a questo suo impegno è la pienezza dello Spirito, la forza di Dio, una vita che lo renderà capace di superare la morte.



sabato 6 gennaio 2018

Millegrobbe: paradiso per lo sci da fondo.

In località Millegrobbe (Lavarone TN)  è disponibile una rete invidiabile di piste per lo sci da fondo.
È tracciata anche una pista per ciasole e fatbike...

Nel video sottostante la pista da 5 km.

Epifania


Alcuni maghi vennero da oriente...

EPIFANIA Mt 2, 1-12
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.
Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Il commento al Vangelo. 
Nella festa dell'Epifania la chiesa ci presenta il testo di Matteo nel quale si annunzia l'amore universale di Dio per tutta l'umanità. Questo amore universale non intende soltanto l'estensione, cioè ovunque, ma la qualità di questo amore, per tutti.
Vediamo allora il capitolo 2 di Matteo.
“Nato Gesù a Betlemme di Giudea al tempo del Re Erode ...”, e qui l'evangelista richiama l'attenzione. Infatti, con un avverbio, coglie la sorpresa di quanto avviene.
“Ecco” - quando l'evangelista adopera questo avverbio 'ecco' è sempre per una sorpresa - “alcuni maghi vennero da oriente”.
Questo episodio è stato talmente sconcertante e talmente imbarazzante per la chiesa primitiva, che poi si è provveduto, man mano nel tempo, a trasformarlo quasi in un evento da fiaba, un evento folclorico, anziché di profonda ricchezza teologica.
Perché?
Con il termine “mago” (magoj) si indicavano gli ingannatori, i corruttori, era un'attività condannata dalla Bibbia e vista severamente dalla prima comunità cristiana. Per la Didaché, il primo catechismo della chiesa, l'attività del mago è proibita ed è collocata tra il divieto di rubare e il divieto di abortire, e anche nel Nuovo Testamento il mago viene visto in maniera negativa.
Eppure i primi che vengono per adorare Gesù, per accogliere Gesù, sono proprio dei maghi e per di più pagani, quindi le persone ritenute le più lontane da Dio. I pagani non sarebbero risuscitati, i pagani non erano degni della salvezza, e per di più sono dediti ad un'attività che la stessa Bibbia condanna. Ecco la sorpresa.
Questo fatto è stato talmente imbarazzante che poi, nella tradizione i maghi sono diventati l'innocuo termine 'magi', si è provveduto a dare loro dignità regale e a farli diventare re, in base ai doni stabilito il numero, e stabilito anche il nome. I personaggi del presepio erano pronti a discapito della ricchezza teologica di questo brano.
Vengono questi e dicono di aver visto spuntare la sua stella.
Qual è il significato della stella?
Era credenza comune che ogni individuo, quando nasceva, aveva una stella con lui e che poi scompariva con la sua morte. Usiamo anche noi l'espressione popolare “essere nato sotto una buona stella”, ma qui soprattutto l'evangelista si riferisce alla profezia di Balaam, nel libro dei Numeri al capitolo 24, dove si legge: “un astro sorge da Giacobbe” - una stella - “e uno scettro si eleva da Israele”.
Era la profezia con la quale si indicava prima il re Davide e poi era passata ad indicare il messia, quindi l'evangelista vuol dire che questa è la stella che indica il segno divino della nascita del messia.
Ebbene, “All'udire questo Erode restò turbato”, si capisce perché Erode era un re illegittimo, sospettoso di chiunque potesse togliergli il regno.
Quindi qui è venuto a sapere che è nato il re dei Giudei, lui che ha ucciso addirittura tre figli suoi, ma quello che è strano è che con lui si turba, si spaventa tutta Gerusalemme. Sia Erode che Gerusalemme hanno paura per quello che stanno per perdere, Erode il trono, e Gerusalemme il tempio, l'egemonia e l'esclusiva sulla figura di Dio. Trono e tempio sono all'insegna del potere.
Ebbene, dopo l'episodio dell'informazione sulla nascita di questo messia, con l'intento di Erode di arrivare a scoprire il luogo dove andare ad adorarlo … è la menzogna del potere, perché in effetti poi vedremo che deciderà di ammazzare – andiamo al versetto 9 - “Udito il re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva”.
La stella, segno divino, non brilla su Gerusalemme, che fin dall'inizio in questo vangelo, viene collocata in una luce tetra, in una luce negativa. Gerusalemme è la città di morte, quella che uccide i profeti e gli inviati da Dio, e la stella, segno divino, non brilla su Gerusalemme. Come Gesù risuscitato, in questo vangelo, non apparirà mai a Gerusalemme.
La stella li precede esattamente come il Signore precedeva il popolo d'Israele nel cammino dell'esodo della liberazione.
“Finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino”.
L'evangelista è cosciente di non star dando una indicazione storica, una cronaca. Non è possibile che una stella si fermi su un luogo, quindi sono indicazioni teologiche, sono i segni divini.
E mentre Gerusalemme, ed Erode, hanno tremato per la paura di quello che stavano per perdere, ecco che i pagani, e per di più dediti a un'attività rimproverata dalla Bibbia, provano una gioia grandissima per quello che stanno per dare.
Infatti entrano, si prostrano, adorano. Quindi riconoscono in Gesù non solo il re, ma il figlio di Dio, quindi riconoscono in lui la divinità, e dove vuole arrivare l'evangelista è la conclusione con i doni portati da questi magi, doni che indicano che il privilegio esclusivo che Israele deteneva, ora è patrimonio di tutta l'umanità.
Questi doni sono l'oro, incenso e la mirra.
L'oro era simbolo di regalità. Ebbene, anche i pagani entreranno a far parte non del regno di Israele, che non verrà risuscitato, ma del regno di Dio, cioè quel regno senza confini, che è l'amore universale di Dio che non conosce confini. Quindi anche i pagani entrano a far parte, a pieno diritto, del regno.
L'incenso era l'esclusiva dell'offerta dei sacerdoti nel tempio.
Ebbene, anche il privilegio di essere un popolo di sacerdoti, il Signore aveva detto a Israele “Voi sarete un regno di sacerdoti, un popolo sacerdotale”, laddove sacerdotale significa avere un rapporto diretto con il Signore, anche questo privilegio che era di Israele, passa a tutta l'umanità. Tutta l'umanità diventa popolo sacerdotale, cioè un popolo che può entrare in relazione immediata, senza mediatori, con Dio.
E infine la mirra. La mirra è il profumo della sposa verso il suo sposo, troviamo questo nel Cantico dei Cantici. Uno dei privilegi di Israele era di considerarsi il popolo sposa di Dio, il Signore era lo sposo, Israele la sposa.
Ebbene, anche questo privilegio, di essere considerata lo sposo di Dio, non è più esclusivo di Israele, ma passa a tutta l'umanità.
Questo è l'annunzio dell'Epifania, l'amore universale di Dio per tutta l'umanità, nessuno si può sentire escluso da questo amore.

venerdì 5 gennaio 2018

Castel Selva

Castel Selva è un castello, ormai diroccato, che si erge su un colle a nord dell'abitato di Selva, frazione orientale della cittadina di Levico Terme, in Trentino.(cit. Wikipedia) 

martedì 2 gennaio 2018

lunedì 1 gennaio 2018

SOLENNITA’ DI MARIA SS. MADRE DI DIO 1 / 1/ 2018


Vangelo: Luca 2, 16 - 21

Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere".  Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia.  E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.  Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano.
 Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
 I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.  Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.

La riflessione. 
La preghiera della Chiesa oggi ci mette davanti
tre temi fondamentali:

Maria SS. Madre di Dio
Giornata mondiale per la pace
La benedizione (prima lettura)

a) L’inizio dell’anno non è di per se rilevante per la chiesa cattolica, che comincia il suo anno liturgico con la prima domenica di Avvento e ne fa perno sulla Pasqua. Ma la suggestione di un principio, del cambiamento di una frazione di tempo su cui concentriamo trepidanti attese e speranze di vario genere è innegabile.
Il primo gennaio festeggiamo una solennità importante, dedicata alla Madre di Gesù, Maria. I testi, proposti dalla liturgia, ce la presentano in una chiave straordinaria: Maria è esempio di femminilità pienamente realizzata. Nel testo di Luca è presentata come una donna capace (attraverso il Magnificat) di leggere la storia nella prospettiva della giustizia di Dio.
“Maria custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”: sta ad indicare una vera e propria riflessione sulla storia, attraverso la propria coscienza. Maria è simbolo di chi vive la dignità profonda dell’essere donne e uomini pienamente responsabili del proprio tempo. Le donne sanno il futuro, hanno l’attitudine alle cose che saranno.

b) La traduzione italiana del termine ebraico “Shalom”è pace, una traduzione      giusta ma incompleta perche in effetti la parola indica un concetto molto più ampio di una coesistenza pacifica.
La voce shalom indica, nella lingua ebraica, tutte quelle condizioni che concorrono alla felicita e alla pienezza di vita di una persona: salute, lavoro, armonia, fisica e psichica, benessere, sicurezza, letizia.
Perciò, quando dico “pace”, dico “felicità”, ossia una vita piena, riconciliata, in armonia con gli uomini e con Dio.
Ognuno di noi è il responsabile della felicità degli altri, specie i più prossimi. E allora: “Crea tutta la felicità che puoi. Elimina tutta l’infelicità che puoi”. Non troverai nulla di meglio per essere felice.

c) Benedizione: in ebraico: "bera-ka" forza vitale/salutare, "Benedire" è trasmettere la propria capacità generativa a un altro rendendolo fecondo.
La benedizione è unica e una volta data non può più essere tolta.
Dio che benedice significa il trasmettere la sua potenza vitale, la sua capacità generativa per rendere partecipi della sua paternità generante.
Quando è l'uomo a benedire significa che trasmette tutta la propria energia di vita a colui che è benedetto. Chi benedice è responsabile della vita di colui/coloro che benedice.